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Franco Ariaudo

Cuneo, 1979
Da diversi anni il mio lavoro si incentra sullo studio della partizione di strutture, tramite il mezzo pittorico prima, come nei mie lavori iniziali, nelle parti scultoree poi e quindi nelle recenti opere installative. Le tematiche affrontate sono soprattutto ambientali, che nell’utilizzo contemporaneo del riuso e trasformazione dei materiali trovano la forma più ampia di espressione. Affascinato dal dettaglio procedo solitamente alla scomposizione per ricostruire, rielaborando il processo creativo e percettivo degli oggetti, siano essi naturali che tecnologici. Concentro la mia attenzione al frammento, alla storia minima, lenta ed inesauribile. Come nei testi di Alice Munro, autrice da me molto amata, in cui sono narrati minimi attimi di vita, i lavori sono percorsi di percezioni emotive condivise in percorsi comuni. La mia scelta d’ approccio a temi “scottanti”, come le questioni ambientali, si fonda perlopiù sul tentativo di sollecitare, attraverso la rappresentazione artistica di dati fattuali, la sensibilità del fruitore, evitando visioni più o meno apocalittiche o campagne di denuncia politica. Cerco di offrire con l’opera la possibilità di un’esperienza attraverso nuovi tipi di fruizione, spinto da esigenze di operatività e concretezza, evitando soluzioni di carattere ludico. Questo nel tentativo di abbattere le barriere disciplinari, ad esempio fra scienza ed arte, e la concezione preistorica dell’uomo contro la natura per promuovere l’integrazione con essa e con l’energia e le risorse che essa ci fornisce. Lo scopo è di sensibilizzare, attraverso la conoscenza e la riflessione che le opere smuovono, sintetizzando una visione del mondo nel contempo scientifica, morale e estetica, forse anche metafisica, perché il mistero ha una grande influenza nell’intimità dei pensieri più razionali. Ecco quindi il senso dell’opera che può manifestarsi in ultimo attraverso la sua faticosa fruibilità, con elementi che disturbano a livello fisico (abbagliamento, flash intermittenti) a simboleggiare la difficoltà della presa di coscienza, il dolore che se ne prova. Altri lavori nascono da statistiche che hanno lo scopo di presentare la sola realtà dei numeri, misurazioni di dati ambientali, e la loro incongruenza col reale dell’informazione convenzionale. Altri ancora, partendo dallo stesso nucleo di riflessioni, giocano invece sull’evanescenza, il transitorio, l’immateriale, un ulteriore aspetto della realtà umana e universale.

Accademia di Belle Arti di Firenze

MOSTRE COLLETTIVE SELEZIONATE 2010 -“C’è Ancora La Nebbia?”, ALT arte, lavoro, territorio, Alzano Lombardo BG, a cura di Sara Fontana -“Premio Città di Treviglio”, Museo Civico, Treviglio BG, a cura di Sara Fontana -ZooInCittà, installazione urbana, CN, a cura dell’associazioneArt.Ur 2008 -“Orange Calls Italy”, Polarexpo, BG, acura dell’associazione Orange 2007 “Protocollo Lovelock- equilibri molesti”, Palazzo della Provincia, CN, a cura di Claudio Cravero 2006 -“Kentu Concas, Kentu Berrittas- cronache d’arte contemporanea” Casa Chironi, NU, a cura di Madriche -“Diario/8”, Maison des Artist, Cagnes Sur Mer, a cura di Ornella Calvetti -”Zooart”, Giardini Fresia, CN, acura dell’associazione Thees -“Ispirina C- idee a lento rilascio” Spazio LS, CN, a cura di Ornella Calvetti

-“Premio Città di Treviglio”, Museo Civico, Treviglio BG, a cura di Sara Fontana

2010 Fondazione Spinola Banna per l’Arte, Poirino, TO (visiting professor Liliana Moro) 2009 “laboratorio sull’abolizione dell’autocensura nella pratiche artistiche”, Galleria franco Soffiantino, TO (a cura di Cesare Pietroiusti)

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