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Skopje - la settima porta - 2009 
Bruno Di Lecce

Skopje - la settima porta - 2009 
Bruno Di Lecce

Skopje - la settima porta - 2009
18'45'' DV PAL 16 : 9 Courtesy dell'artista

Premessa Invitato a realizzare una performance alla biennale di Skopje, decisi di fare il viaggio da Berlino a Skopje con l’obbiettivo di indagare la relazione tra performance e realtà, tra azione e vita, in un contesto mobile come quello del viaggio in cui l’attraversamento costituisce già un’azione performativa. Senza nessuna programmazione, o idea a priori, il viaggio è avvenuto con tutti i mezzi trovati lungo il percorso, dall’autostop, al treno, alla nave ecc, andando in contro all’imprevisto con totale apertura e portando con me solo una videocamera, penne, cartine geografiche datate e scotch colorati. Il progetto finale si compone di una performance conclusiva “We are never alone” e due lavori video “Viaggio sul Danubio” e “Skopje - la Settima Porta”, entrambi documentano azioni performative fatte in spazi pubblici. I tre lavori costituiscono una sorta di trilogia sul “viaggio” inteso come “attraversamento”, “progetto” e “memoria”. Skopje - La settima porta La fondazione della città di Skopje, secondo una leggenda, è avvenuta sul cranio di un gigante che, grazie ad un incantesimo, aprì i sette orifizzi del volto da cui nacquero le sette strade che collegano l’interno con l’esterno della città. L’utopia del corpo frammentato e disperso è ripresa da questa immagine che mette in relazione testa e volto, corpo e città, centro e periferia. Partendo questa volta dal muro di Berlino, la porta verso l’est dell’ex DDR, e proseguendo per l’ex Cecoslovacchia, l’Ungheria, l’ex Jugoslavia, attraversando così sette città, Berlino, Bratislava, Vienna, Budapest, Novi Sad, Belgrado, Skopje, i confini svaniscono a favore di un continum di spazi e esperienze. L’attraversamento è accompagnato da improvvisazioni performative nei vari luoghi. Il video diventa una documentazione di micro azioni realizzate con materiali effimeri, interpretando così in un crescendo il tema del viaggio come “durata”, “attraversamento” senza arrivo. Il progetto è anche il pretesto per rileggere i confini del cuore dell’Europa alla luce dei cambiamenti geo-politici degli ultimi due decenni.