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ARGENTO creare la luna dentro di sé - 2005 
Mandra Cerrone

ARGENTO creare la luna dentro di sé - 2005 
Mandra Cerrone

ARGENTO creare la luna dentro di sé - 2005
6'23'' 6'23'' digital video, courtesy dell'artista Courtesy dell'artista

performance, video e still life, 2005 restyling 2013 Il contatto tra simbolico e reale può avvenire attraverso oggetti e rituali ricostruiti per ridonare tanto il senso terrestre del rapporto con il trascendente che il senso trasceso dell’esperienza presente. Ciò che era ricerca o incontro più o meno consapevole è già avvenuto, ciò che era intuizione necessaria ma casuale e istintuale diviene ricerca, pratica, meditata e cosciente. Come per un opera d’arte, insieme inscindibile di pensiero e forma, c’è il rito, l’oggetto, la forma, che realizzandosi, si “offre”, a ricordare che i due universi coesistono, che è possibile, oltre che necessario abitare il “non – luogo”: la strada è aperta per ciascuno. Il cospargersi il corpo d’argento, elemento simbolico alchemico del “femminile” indica un rito di transizione e di accettazione dall’adolescenza alla maturità femminile, ma puntando l’interesse sul gesto rituale, scopriamo che ci sono modi per riagganciare intenzionalmente noi stessi al senso del nostro esistere: è il caso della via dello “sciamanesimo” della psico – magia. Tutto ciò (ed è questa spesso l’essenza dell’arte stessa) richiama ad una consapevolezza del convivere quotidianamente come esseri umani “a due dimensioni”: quella del “senso” del nostro vivere e quello degli atti che lo realizzano nei modi e nelle possibilità di abitare un luogo “impossibile” razionalmente, ma desiderato dalla nostra stessa condizione di uomini, a metà tra l’essere e il desiderare, il vivere e il sognare, l’immaginare e il rendere conto, il pensare e il fare. Possiamo vivere così. E’ necessario vivere così, aperti alla possibilità e senza la pretesa di definirci, dicendo di noi e delle cose le verità che si vanno scoprendo. Antongiulio Zimarino

Regia, montaggio, fotografia Mandra Cerrone modella Martina Spadano musica Max Leggieri