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Kara-oke - 2010 
Giorgio Micco

Kara-oke - 2010 
Giorgio Micco

Kara-oke - 2010
3'59'' video, colore, sonoro, 4', loop Courtesy dell'artista

Lo spiritual "Go down Moses" porta con sé la potenza di un’invocazione, quella delle comunità dei neri d’America, che nella loro lotta ai diritti si identificavano con il popolo d’Israele e chiedevano la venuta di un nuovo Mosè liberatore. Riproporre le parole di questo documento equivale ad avvertire la necessità di un cambiamento, sociale e comunitario, in un’epoca come la nostra dove si percepisce gravemente la perdita di un senso di collettività a favore di un individualismo crescente, nonostante la globalità degli scambi economici e culturali. La questione della continua necessità di affermazione di libertà dei popoli è richiamata dalle fasce di colore che scorrono sul campo visivo, disposte in maniera da costituire le bandiere di diverse nazioni, dove si evidenzia ancora un’offesa ai diritti umani fondamentali o si dispongono limitazioni di libertà individuale e collettiva o si assiste a nuove forme di schiavitù, non ultime quelle legate a economie capitaliste che gravano sulle poverissime realtà locali. Questa scelta politica è accompagnata dalla dimensione corale espressa dalla forma dello spiritual, la quale viene ad interagire con l’idea più contemporanea di karaoke. Il vocabolo, entrato ormai nell’uso comune, fu coniato nel 1992 e corrisponde al composto di kara “vuoto” e oke, abbreviazione di oke-sutra “orchestra”, quindi “orchestra vuota”. È un’orchestra che va riempita con le voci degli astanti. La sollecitazione visiva, basata sul carattere seducente dell’animazione dei colori, cela la potenza del senso o dei possibili sensi che attribuiamo ai testi. In un cortocircuito, i titoli di un karaoke vengono sostituiti da brevi asserzioni, le quali compongono uno scenario sfuggente che non esonera da una problematizzazione. The old Pharaoh has thousand faces. / Subjugated people need your voices. / Nobody is Moses and everybody is Moses. / Freedom is not a declaration. It is ever a condition. / Art is an unadorned song of freedom.