Napoli, 1987 Diego Cibelli è un artista eclettico che passa con disinvoltura dalla fotografia al video, dall’installazione alla performance, dal linguaggio alla scrittura. Media diversi che confluiscono in un progetto estetico complesso, attraversato da stimoli eterogenei che concorrono alla ricreazione di un proprio personalissimo microcosmo, nel quale si raggrumano i sensi possibili di un reale la cui esistenza è messa, costantemente, in crisi. Diego Cibelli indaga la tensione al riscatto estetico del quotidiano che, come spesso accade, predilige l'intervento minimo, la focalizzazione su micro-eventi e micro-narrazioni che aprono all’esperienza epifanica di ciò che ci sta intorno. In questa direzione trovano posto strategie del precario finalizzate alla valorizzazione del periferico, del marginale, di ciò che a prima vista può sembrare ininfluente ma se osservato con la dovuta attenzione può facilmente condurre a letture alternative. Ogni opera è sempre frutto di procedimenti attributivi complessi, che si rivelano in un lento gioco di disvelamento di senso, schiudendo a sorpresa un microcosmo di accadimenti. Gli anelli della catena simbolica di Cibelli alternano in una scansione regolare immagine e testo, entrambi ugualmente impegnati a rilanciare la labilità dei confini tra realtà e finzione, razionale e irrazionale. Questo dialogo paritetico tra impulso visivo e stimolo verbale restituisce una campionatura di situazioni, dove il testo serve a informare lo spettatore sulle “regole del gioco” rispetto alle quali è organizzato il registro visivo, il cui processo di decodificazione diviene parte integrante dell’opera, ne informa la sua stessa processualità.