Brescia, 1975
Da qualche anno il tema dell’identità in relazione con il mondo è al centro della sua indagine e occupa un posto di primo piano nei suoi lavori, che si sviluppano mediante linguaggi diversi come la fotografia, il disegno, l’installazione e il video.
Dal progetto Bosco delle fiabe (2000) , attraverso Noli me tangere (2007), fino all’ultimo Libera uscita (2009), la figura umana è collocata in un disorientante limbo bianco, privo di coordinate spaziali e temporali: un vuoto più labirintico dei più complessi labirinti, ma anche una pagina bianca sulla quale tutto può essere scritto; un non luogo che diventa territorio dell’esperienza, della perdita ed infine della scoperta di sé, come nei lavori precedenti lo erano stati il bosco, visto come caos primordiale, o il museo, inteso come il paese delle meraviglie, luogo di luce ma anche di mistero, di spaesamento e inadeguatezza.
La stessa atmosfera ritorna nel video Io dico che ci posso provare dove la protagonista è una bambina che, in uno spazio sospeso e asettico, deve confrontarsi con barriere concretamente presenti, ma in verità disegnate dall’artista (il video stratifica riprese filmiche a sequenze animate): muri, reti, gabbie… Di fronte a questi blocchi, che metaforicamente rimandano a limiti mentali oltre che fisici, la bimba, come ognuno di noi, cerca delle strategie per superare gli ostacoli e fronteggiare le contrarietà.
diploma scientifico ad indirizzo artistico
diploma accademico in pittura (brera)
Le opere di Armida Gandini sono state presentate in mostre personali e rassegne in Italia e all’estero (ManifesTO, Torino - Biennale internazionale di fotografia, Brescia - Spazio l’Ozio, Amsterdam - Nash Gallery, Minneapolis - Fest of Animation and Media-Art Linoleum, Mosca) e sono presenti in alcune collezioni private e pubbliche, tra cui il MAGA di Gallarate.
premio gallarate
premio treccani degli alfieri
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