Assisi (PG), 1984
“Conosciamo per immagini e pensiamo per storie. Le storie sono nostre perchè le immaginiamo, le raccontiamo e ci rapportano alla vita." E’ questo concetto che muove il mio lavoro. Uso la macchina fotografica come uno scrittore usa la penna, per raccontare qualcosa che va oltre le parole che scrivo. Uso la parola come metafora e le immagini come simboli e monìti di cose possibili. Le immagini per me sono una possibilità di vedere e raccontare. Il mio lavoro segue le linee guida del sogno e del ricordo, volgendo particolare attenzione al concetto di doppio e alle sue manifestazioni. Spesso uso l’osservazione partecipante e cerco di inquadrare le cose come se fossero frame a cavallo tra il sogno, e la realtà, dove non conta il momento che le ha viste nascere ma il momento in cui vengono collocate in uno specifico ambito di significato: prima da me che le creo e le metto dentro un racconto (e ciò avviene in fase di pensiero che sia prima o dopo lo scatto) ed in seconda istanza dal lettore.