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Tagliare la Corda - 2012 
Federica Peyrolo

Info su Federica Peyrolo

L’attaccamento agli oggetti e ai ricordi costituisce la materia prima del lavoro di Federica , che si esprime principalmente attraverso la video-arte, la messa in scena (di corpi-oggetto, sculture viventi o bande musicali) . Giocando sul qui e sull'altrove in territori comuni che diventano metafisici, dall'oggi al passato, dall'infanzia all'età ...

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Astrazione #1
5'55'' 2013

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10'29'' 2014

Punti di Vista
7'57'' 2012

Banda Larga
6'2'' 2010

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Mammy two Shoes
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parapPAPA'
5'11'' 2013

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Tagliare la Corda - 2012 
Federica Peyrolo

Tagliare la Corda - 2012
2'25'' DVD Courtesy dell'artista

Territorio, paesaggio, momento che si fa astratto sullo schermo. L'immagine corre, passano le linee, le ombre, le luci e si fanno inseguire in attesa che portino in qualche luogo. Ma l'interesse è nel viaggio e non nella meta; come in un viaggio l'immagine mantiene sempre la stessa quantità d'informazione, eppure si carica di aspettative da parte di chi vive il momento. L'immagine si fa preda e lo spettatore diviene predatore, lei corre, scappa, lui la insegue, la osserva e la desidera. Qualcosa che scorre, che passa insieme al tempo necessario a guardare l'immagine. Si seguono le linee, le luci, le ombre di un'immagine che si fa schermo, che si fa plastica , decorativa e estetica. E' un semplice punto di vista di un paesaggio, di un territorio che scorre sotto di noi, che scorre sempre anonimo sotto i nostri piedi. E' la neve, è lo sci, è la montagna, sono le Alpi ma sono anche immagini astratte pittoriche che si fanno seguire che trascinano lo sguardo fino a una desiderata fine che non arriva. Ogni secondo ci toglie e aggiunge delle informazioni, c'è il cambiamento, lo stesso che avviene ogni istante sul territorio e su chi lo vive. Proiezione di una realtà tanto evidente quanto rapida e sfuggente sotto i piedi e gli occhi, una realtà che ci appare sotto un altro punto di vista che va letta e decifrata secondo il suo codice che si trova nelle sensazioni di chi osserva. C'è ritmo, è uno spartito musicale, un elettrocardiogramma che va interpretato. Non resta che seguire le linee come collegamento di spazio e tempo in cui troviamo il legame col territorio, col paesaggio e con l'attimo in cui lo viviamo.