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Translation - 2009
1'3'' DVD Courtesy dell'artista
Una performance di scrittura che interroga il rapporto tra legge, linguaggio e corpo. Il punto di partenza del lavoro e' l'idea che il linguaggio - e la legge in quanto formulazione linguistica - sia in grado di contenere in maniera piena la complessita' della realta', rappresentandola e dandone espressione. Cio' implicherebbe una corrispondenza diretta tra cio' che viene rappresentato e il linguaggio che lo rappresenta, tra parola e cosa, tra legge e fatto. In alternativa, una diversa visione e' quella che pone in evidenza la dimensione sempre paradossale del linguaggio, l'impossibilita' del linguaggio di contenere e rappresentare "fedelmente" la realta'.
In questa direzione va considerato anche l'elemento incongruo della legge, il fatto cioe' che la legge, in quanto formulazione linguistica, sgambetta e tradisce sempre se stessa. In questa dimensione, il primo comandamento fornisce un utile esempio di espressione linguistica e di incapacita' di questa espressione di "assolvere" alla funzione comunicativa e ingiuntiva che le e' propria. La semplice trasposizione della comune tradizione biblica, da una lingua all'altra, da una scrittura ad un'altra, implica nella sua azione di scrittura un simultaneo effetto di traduzione e tradimento: una mano tradisce l'altra in una semplice e simultanea operazione di traduzione. L' unicita' implicata e contenuta dalla formula "non c'e' altro dio all'infuori di Dio" viene cosi' trasgredita e smembrata in una sequenza di segni dissociati che seguono piu' un ritmo asincrono tra le due mani, una danza, che non l'invocazione di senso che il comandamento vorrebbe esercitare.