Idolo in naufragio - 2013
Sara Campini
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Idolo in naufragio - 2013
6'35'' video Courtesy dell'artista
Dissoluzione.
Una palpebra si apre e in un’iride convessa si riflette l’immagine. Una solida barca di creta bianca circonfusa di un alone nero giace sul fondo di un’ampolla di vetro. Il punto di vista è fisso, immobile. Niente distrae la nostra attenzione.
Piccole bolle d’aria si sollevano dal fondo del recipiente.
La barca è immersa nel cristallino liquido insapore, l’acqua.
Acqua che s’insinua nei minuscoli interstizi dell’argilla, che impermeabile, resiste tenacemente all’aggressione.
Progressivamente piccoli granuli di terra si staccano dalla massa modellata e cadono lentamente, sciogliendosi in polverulenta nebbia.
È l’azione disgregatrice dell’elemento fluido, potenza discreta ma efficace che, in silenzio, aggredisce il materiale così coinvolto.
Pesante e solida, la barca non galleggia, ma affonda come un relitto dimenticato nella sua completa solitudine.
Infranta definitivamente, della forma originaria non rimane nulla, se non il ricordo di come era prima che l’acqua la danneggiasse. Ricostruirla nuovamente non sarebbe possibile, poiché alcuna parte si è mantenuta integra.
Forse una perfetta copia o una differente barca è concepibile, costituita dal medesimo materiale disciolto, della stessa essenza dunque, ma diversa nella storia.
Distruzione non radicale allora, ma cambiamento costante e incessante di cui l’acqua è portavoce.
Elemento vitale, accoglie nel suo ambiente e allo stesso tempo muta lo stato delle cose.
Non si tratta di una distruzione definitiva; è piuttosto una parte di percorso che termina, nella cui fine, è l’inizio.
Idolo, come certezza e dato di fatto.
Naufragio, come disgregazione di tale certezza.
Ma niente è perduto: è soltanto mutato.
regia: Sara Campini