Intervallo - 2013
Adern X
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Intervallo - 2013
5'41'' File Courtesy dell'artista
Ci sono due approcci fondamentali al cinema che dipendono dall'assumere che cosa sia un film. Un approccio è quello che può essere definito come "teatro filmato" dato che la preoccupazione principale è la disposizione dei personaggi durante li sviluppo della trama per esprimere is senso tramite le parole. L'altro e quello che può essere definito come "fotografia in movimento" dal presupposto che quello che viene fisicamente registrato è una sequenza di 24 fotografie (chiamate fotogrammi) al secondo la cui riproduzione da l'illusione del movimento. Da questa prospettiva il significato è ottenuto dai cambiamenti visivi di qualcosa nel tempo riflettendo la posizione estetica che il significato della musica deriva dallo sviluppo sonoro nel tempo.
Anche se il risultato può essere astratto, l'immagine, come il suono, non è qualcosa di evanescente dato che il fotogramma trasforma quello che è pensato per essere visto, o proiettato, in un oggetto fisico che rimane e può essere manipolato. Quindi, il tempo agisce come un agente di decontestualizzazione rispetto al soggetto registrato e come il fotogramma contenente l'oggetto elaborato. La decontestualizzazione implica che le parole diventano la punteggiatura nella grammatica, visto che suo ruolo diventa di connessione, o di supporto agli elementi, se necessario.
Come "cinema show" è un disco basato sulla relazione tra suono e musica, il suo corollario è un film basato sugli stessi concetti. Pertanto "Intervallo" è come una rappresentazione visiva dei concetti principali utilizzati nella costruzione del suono, quindi il suo nome è una traduzione della traccia "Intermezzo" utilizzato come traccia sonora. Il soggetto del film è l'oggetto del montaggio, la pellicola, e il suo risultato, la sequenza proiettata. La pellicola è stata ripresa con varie lente e filtri ottici come metafora della manipolazione sonore mentre gli spezzoni di film sono inalterato, visto che rimandano ai field recordings, dato che il montaggio è sull'oggetto registrato e non sul soggetto. Il senso delle parole visualizzate è lasciato allo spettatore.