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Translucide - 2009
3'56'' video Courtesy dell'artista
L'idea del video translucide deriva dal concetto che il filosofo francese Gilles Deleuze
usa per esemplificare come le immagini non siano create dall'atto di vedere, ma piuttosto
esistano di per sé e abbiano soltanto bisogno della traslucidità dello schermo retinale
dell'occhio per rendersi visibili. Il video translucide vuole perciò rendere l'idea di
un'immagine capace di trattenersi sul suo apparire, il suo diventare opaca a contatto con
una superficie traslucida, prima di fissarsi su un presente immobile. Viene pertanto
ricostruito attraverso la tecnica video il processo genetico di una fotografia digitale:
dilatando il tempo la luce si imprime sul sensore apparendo come un!ombra che si viene a
comporre lentamente a partire da un solo pixel gradualmente aumentando la sua
risoluzione.
Il video si basa dunque su un percorso di regressione iconografica: translucide vuole
infatti essere anche un'affermazione contro l'ansia d'immagini della società attuale e
mostra perciò l'apparire della fotografia pixel dopo pixel. L'immagine fotografica rinuncia
così al proprio potere iconico per svelare la sua genesi e ritornare allo stato liminale della
sua rivelazione attraverso un corpo traslucido; un'immagine capace di trattenersi in uno
stato di indefinitezza, che non ha l'ossessione di rivelarsi, ma si mostra poco a poco prima
di fissarsi in un lungo presente, imponendo perciò allo spettatore l'attesa della sua
apparizione. Per rappresentare questa destrutturazione iconica, è stato scelto come
soggetto dell!immagine un intreccio geometrico di cavi dell!alta tensione elettrica, reso
ancora più astratto dall!uso del bianco e nero.
Anche l'audio del video segue il principio della rivelazione, viene perciò generato
dall'immagine stessa come registrazione del segnale analogico del video che è stato poi
parzialmente riprocessato elettronicamente.